Perchè questo blog

Questo blog nasce dalla voglia di mettere in condivisione riflessioni riguardo a questa situazione dove in nome della crisi sanitaria si stanno applicando misure che non hanno niente a che fare con il “mettere in salvo” la popolazione dal contagio, ma che mirano, esplicitamente, a una massiccia strategia di controllo attraverso il dispiegamento fisico di sbirraglia per le strade (che c’era già con l’infame operazione “strade sicure”) e quello cibernetico, che si installa come una piaga nelle nostre case.

Siamo consapevoli che abbiamo il privilegio di poterci collegare a internet, e vorremmo anche cercare di dare voce a chi non ha questa possibilità, rendere questa piattaforma internazionalista e raccontare, in alcuni casi anche con testimonianze dirette da altri continenti, per abbattere la narrazione borghese eurocentrista. 

La nostra intenzione è di non perdere di vista il vero responsabile della precarizzazione delle nostre vite, che perpetua la cultura dello stupro: lo stato, verso il quale non abbiamo alcuna forma di aspettattiva (sia chiaro che ci fa ribrezzo e continueremo ad usare tutte le nostre forze per abbatterlo!). Non vogliamo banalizzare il fatto che tante persone sono morte, ma vogliamo soffermarci sul fatto che questo sistema non è interessato alle persone, tantomeno se queste sono donne. L’unico suo interesse è la circolazione del capitale nelle tasche dei padroni.

Vorremmo anche boicottare l’aumento delle barriere mentali e del nazionalismo catto-leghista che si manifesta con le bandiere e l’inno d’Italia dai balconi, come segno di ottimismo bieco e razzista, che ci irrita anche acusticamente!!

Sono anni che lo stato educa la popolazione alla delazione, dai video fatti nelle manifestazioni alle app che segnalano chi parcheggia male. Anni che lo stato ci alleva alla guerra tra poveri per spostare il nostro orizzonte d’odio sempre più in basso.

Lo stato razzista e patriarcale, come vediamo ora, ha allenato la popolazione a cercare il colpevole tra i vicini di casa o di quartiere. A tenere sempre lo sguardo in basso per non guardare mai dove si nasconde davvero, nei palazzi dei politici o in quelli dei padroni. Speriamo che questo blog possa aiutare a far emergere i veri responsabili.

Come possiamo vedere, i confini non si limitano più alle sanguinarie frontiere statali, di cemento e filo spinato, che continuano a disumanizzare le persone migranti, per esempio, lasciandole alla deriva in mare, come già succedeva. Ora questi confini sono percepibili anche da noi nel quotidiano, con il confinamento in casa con i propri oppressori e il sovraccarico casalingo, i 200 metri, il dover rimanere nel proprio comune di residenza: tutte manovre che vanno ad attaccare la nostra autodeterminazione. E anche se ora siamo noi a percepirlo, è niente in confronto a quello che si vivono da anni le persone migranti.                                                                                                                                                  Tutte queste misure di controllo vanno a reprimere la possibilità di creare legami e connessioni collettive, isolandoci nell’individualismo più deleterio.

In questo stato di isolamento forzato e governato da repressione e paranoia, riuscire a confrontarci significa resistere. Vogliamo ostinarci a ragionare collettivamente e allenarci a uno stare insieme che non opprima l’individua, né un’individua che opprime la collettività. Non cerchiamo un nostro pensiero unico e, d’altra parte, la sintesi non sempre ci piace. Vogliamo confrontarci tra donne e soggettività oppresse di tutto il mondo che lottano contro le proprie catene. Vorremmo quindi pubblicare anche la presa di parola di donne in lotta che non necessariamente rispecchiano il nostro punto di vista e il nostro pensiero. Il confronto e la solidarietà internazionalista possono essere un’arma contro il patriarcato tecno-capitalista che ci vuole alienate l’una dall’altra.  

Nessun dettame da regime può essere normalizzato. In questi tempi il nemico non è la persona che corre, che cammina fuori per prendere una boccata d’aria, che gira in bicicletta; i nostri nemici, reali e tangibili, sono stato, dio, padrone, forze dell’ordine, militari ed ogni maschio violento che invade le nostre vite. Sono ovunque ma lo siamo anche noi! Organizziamoci e alleamoci con le nostre amiche, vicine di casa, compagne e riversiamo contro i nostri oppressori tutto il nostro odio e la nostra rabbia.                         Solo distruggendo il nemico riusciremo a scoprire cos’è la libertà!